Ma presenza

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi e io vi darò ristoro” (Mt 11,28)

 

Le statistiche ci dicono che l’11% della popolazione mondiale soffre di depressione in genere e poi all’interno di questa statistica ci sono livelli differenti. Viene definita la malattia del XXI secolo che dopo il covid sembra essere aumentata. Il rischio per chi non ne soffre è di minimizzare pensando che non sia una malattia reale o una malattia nel senso tradizionale del termine ma per chi ne soffre certo non è questo che va sottolineato perché le persone con questo disagio versante soffrono.

La mia pochissima esperienza mi dice che le parole di consolazione o di rimprovero o di invito a reagire poco servo ma di una cosa sono certo: offrire presenza assicurare di esserci e dare la propria disponibilità nel momento che la persona desidera parlare senza minimizzare ma ascoltando.

Credo sia importante consigliare di andare dal mendico è certamente la prima cosa da suggerire così da farsi aiutare dagli esperi, ma sicuramente quello che non dobbiamo fa mancare è l’assicurazione che ci siamo che possono contare su di noi. L’aiuto nelle piccole cose con una presenza costante e la seconda cosa che mi sento di suggerire sono altre due attività: la preghiera per chi crede per chi ha fede, fatta con assiduità e cercando di coinvolgere la persona in modo attivo e l’altra è l’attività fisica regolare attraverso delle belle camminate magari anzi meglio con un compagno di camminata. La fatica fisica rilassa la mente e crea quella libertà che fa recuperare sicurezza e positività e aiuta anche la preghiera.

Perché oggi questa riflessione, ovviamente non sono un tecnico, ma con il desiderio di invitarvi ad avvicinare dei professionisti e ricordandoci di essere attenti alle persone confermando la nostra stima e la nostra disponibile presenza. Non è perdita di tempo ma è la prima carità accompagnandoli e invitandoli a pregare e pregare magari insieme.

La nostra comunità offre momenti, oltre la celebrazione Eucaristica, che possono aiutare a riprendere e ravvivare la vita spirituale e questa può essere la strada per iniziare a reagire iniziando ad uscire da casa ogni giorno impegnandoci alla fedeltà di questi due aspetti.

Consigli semplici che sono anche offerti dagli esperti che oggi vogliamo richiamare alla nostra attenzione per recuperare quella serenità interiore che ci offrirà il primo benessere quello di vedere il bicchiere mezzo pieno, quello di dare valore alle cose che contano veramente e ridere di altre che al momento sembrano insormontabili.

Offriamo parole di speranza aiutiamo a leggere la vita e gli eventi della storia con occhi positivi la preghiera ci aiuterà a riscoprire la speranza cristiana aiutandoci ad affrontare e vivere la vita. L’Anno Santo è il cammino da proporre insieme per camminare verso quella Porta di Speranza aiutiamoci insieme e reagire a quel buio che talvolta avvolge la nostra mente la nostra vita immobilizzandoci nei nostri pensieri, sapendo di essere amanti da Dio e desiderosi di amarci gli uni gli altri.

Come comunità questo è un impegno che ci dobbiamo prendere gli uni gli altri per sostenerci e attraverso una fede umile e accogliente affiancare i nostri fratelli aiutandoli ad accettare la difficoltà che stanno vivendo senza vergognarsi e senza insistere ovviamente ma offrendo la nostra presenza amorevole e attenta con lo stile di Gesù. «Il Signore è vicino a quelli che hanno il cuore spezzato e salva gli spiriti oppressi» (Salmo 34,18)

@unavoce – foto: fonte

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