Deresponsabilizzarci
“Dare la colpa ad altri è un piccolo e pulito meccanismo che puoi usare ogni volta che non vuoi prenderti la responsabilità per qualcosa nella tua vita. Usalo ed eviterai tutti i rischi e impedirai a te stesso di crescere.” (cfr. Wayne Walter Dyer)
Oggi sembra che l’unica cosa che dobbiamo fare è trovare gli scheletri i difetti e le mancanze delle persone ovviamente degli altri di chi ha ruoli di governo di chi ha visibilità sui media del vicino di casa … insomma dell’altro … perché? Sembra che facendo questo chi lo evidenzia sia migliore sia più bravo più santo … pia illusione, è solo uno screditare creando malumore.
Questo non lo dico perché non bisogna cercare la verità anzi, bisogna cercarla e mettere rimedio ad atteggiamenti sbagliati e lo dobbiamo fare anche per noi stessi facendoci un grande esame di coscienza. Alcuni però invece pensano che i propri “peccati” siano minori di quelli che ci stanno accanto alcuni pensano che non avendo ruoli di vertice nella società allora siano migliori e non fa nulla se si hanno scheletri nell’armadio.
Voglio con questi pensieri ad alta voce ricordare a me e a voi che non è questo il modo corretto né per cercare la verità né per mettere rimedio. Non è il modo corretto portare all’attenzione con i metodi che vediamo usare da alcuni media pensando solo all’odiens alla visibilità all’essere migliori è una illusione che ci fa puntare il dito verso gli altri per togliere così l’attenzione su di noi.
Ognuno di noi ha commesso errori ha fattoi scelte sbagliate ha detto parole non corrette ha dato giudizi superficiali basti solo sul sentito dire. Oggi sembra che se non si fa polemica se non si contrasta non si è vivi. Se dici una cosa c’è sicuramente qualcuno a cui non sta bene e che non accetta il pensiero differente quindi deve demonizzare il pensiero ricamandoci su e senza conoscere i fatti e i contesti. Questo poi se è verso la Chiesa ancora meglio verso chi ci governa o ha un ruolo nella società allora è il massimo.
Forse non ci rendiamo conto che non è il modo di costruire la pace che tutti gridiamo di volere perché instauriamo un clima di terrore di disagio di sospetto di maldicenza che sono alla base della mancanza pace e da qui nascono le guerre e se in alcune parti del mondo si uccide con le armi nelle altre si uccide con la lingua.
Costruire un mondo migliore si fa cercando la verità ovviamente e mettendo rimedio e pagando di persona là dove c’è l’errore, quello che è scorretto è la polemica gratuita. Distruggere o rovinare i monumenti per un’ideale anche se nobile non migliora la posizione bloccare le strade per protesta non ci fa migliori ne risolve il problema deturpando il mondo per richiamare all’attenzione per poi non rispettare le regole di base della convivenza, questa non è la strada per affrontare seriamente i problemi. Le proprie opinioni la verità il far presente determinati limiti ed errori è sacrosanto ma va fatto nel mondo intelligente e sano.
Vedete, questo è un clima di sospetto continuo in cui viviamo e questo ci porta a non fidarci gli uni degli altri a non fare ma a pretendere a criticare per poi non impegnarci in prima persona. Siamo superficiali pressapochisti e facciamo di ogni erba un fascio. Impariamo ad affrontare i problemi a risolverli con intelligenza non chi grida più forte ha ragione ma chi usa la ragione affronta il problema con criterio intelligenza e competenza allora lavora per la pace e la convivenza.
Tutti dobbiamo far notare le cose che non vanno ma anche quelle che vanno e lavorare ognuno nel suo piccolo o grade a migliorare. Troppo facile lanciare il sasso e nascondere la mano troppo facile lamentarsi e non impegnarsi troppo facile pretendere rispetto e non darlo accoglienza e non offrirla diritti senza doveri … è il tempo di darci una calmata e guardare in alto con prospettive nuove di pace e di dialogo in serenità. Fai, prima di giudicare, guardati dentro prima di puntare il dito. Un male che ha origini lontane Caino e Abele dagli albori del mondo l’uomo si accusa l’uno con l’altro, usciamo da questa spirale con l’amore.
@unavoce – foto: fonte