Fedeltà e costanza
Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh, fossi tu pur freddo o fervente! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca. (Apocalisse 3, 15-16)
Oggi una chiacchierata con voi non per intristirci ma per vedere le cose per quello che sono e rinnovarci con la fede che forse troppo nascosta abita la nostra anima ma anche con la speranza che se sappiamo interrogarci possiamo uscire dal torpore che talvolta ci avvolge. Parole pensate e pregate con umiltà davanti all’Eucarestia.
Sapete cosa mi rende triste come sacerdote? Vedere che le nostre comunità pur dicendo di credere poi alla fine non sono fedeli, basta un nulla per mancare ai momenti comunitari per poi trovare tempo per altre attività. Non è neppure da imputare al buon esempio o alla mancanza di proposte o di adattamento alla vita moderna è proprio un disinteresse giustificato da altre priorità. Tutto è prima della vita di comunità, tutto è prima della preghiera e pur parlando, almeno con me di fede e di preghiera, poi non c’è una risposta a questa vita di fede e la religione diventa solo una suppellettile. Nelle nostre case abbiamo raffigurazioni religiose ma che poi non trovano risposta in una fedeltà alla vita della Chiesa e la fede è solo un fatto personale che viene messo in campo quando lo riteniamo noi, quando le cose prendono una piega che non ci piace quando c’è una necessità particolare allora preghiamo o chiediamo di pregare o di essere ricordati.
Tutto questo mi sa di opportunismo, di finzione e quello che profondante mi disturba è la poca fedeltà agli impegni una mancanza di serietà che poi è specchio della vita, facciamo solo quello che ci piace e che ci fa comodo e se un orario un’attività non rientra nel ranch delle nostre idee o impegni allora lo scansiamo. Il problema è la costanza e la fedeltà due aspetti collegati che possono essere veri solo nella misura in cui crediamo nelle cose che facciamo.
Se nella vita desideriamo fedeltà dobbiamo essere fedeli senza ombre o eccezioni, se volgiamo amore dobbiamo dare amore sincero, se vogliamo una vita serena dobbiamo lavorare e vivere le varie situazioni con serenità, se non vogliamo che gli altri parlino male di noi dobbiamo parlare bene noi degli altri. Il Vangelo è e rimane la guida principale della nostra vita le parole e gli insegnamenti di Gesù non sono belle parole ma sono lo stile della vita non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te, amare Dio e amare i fratelli. Misericordia, compassione, attenzione, umiltà, passione … sono verbi che devono scandire la nostra vita. Natale Quaresima Pasqua Messe e celebrazioni rosari e via crucis … se non le viviamo seriamente non servono a nulla e crediamo di essere dei buoni cristiani pronoti però a giudicare o puntare il dito verso gli altri vero la Chiesa e non ci guardiamo dentro non verifichiamo la serietà con cui noi viviamo la vita della comunità.
La Pasqua di Risurrezione con tutto quello che racchiude e rappresenta ne abbiamo capito il significato? Dio uomo Figlio morte sacrificio amore donazione per cosa? Perché mi ama e vuole rimanere ed essere Amico Fratello Compagno di viaggio e noi a questa amicizia come rispondiamo? Pretendiamo dagli altri che siano amici sinceri presenti attenti e noi? Come siamo, come siamo tra di noi e come siamo con Dio? Se non riusciamo ad essere fedeli puntuali attenti presenti con Dio non lo saremo mai se non solo quando ci farà comodo e così anche con gli altri. Pretendiamo un mondo migliore pretendiamo che le cose vadano bene che le persone siano educate rispettose delle regole ma purtroppo siamo solo capaci di pretendere e di non fare e questo rispecchia anche la vita religiosa.
La fede e la religione che la incarna ci va bene fin tanto che dà ragione delle nostre idee, quindi matrimonio, amore, procreazione, rispetto, accoglienza, morale … solo se vanno bene a noi. Confondiamo il bene con il nostro bene, l’ideale con le mie idee, la morale con la mia morale … la strada non è questa.
Riprendiamo in mano la vita seriamente rimettiamo al loro posto le cose e verifichiamoci sul vangelo. Le cose possono cambiare secondo la storia e il tempo ma i fondamenti della fede sono immutabili, il prete la Chiesa la liturgia la preghiera la carità possono subire cambiamenti di azione ma non di valore. Ci siamo costruiti una religione e una fede nostra dove è meglio lo yoga che l’adorazione al Santissimo, meglio la camminata nella natura che il rosario, meglio la gita che la Messa… datevi da soli la risposta della serietà della vostra fede. Non pretendete da Dio se non siete capaci di dare a Dio tempo e a Dio il tempo lo si dà nella preghiera nella e attraverso la vita della Chiesa. Riprendiamo in mano la nostra vita con serietà riprendiamo in mano la nostra fede rinnoviamola e lasciamoci guidare verso il Signore nel quotidiano dei ritmi della vita: “Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto”. (Lc 16, 11-12) Questa è la strada, questo il cammino che dobbiamo percorrere personalmente e come comunità.
@unavoce – foto: fonte