“La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle” (Sant’Agostino)
La speranza per Agostino è la fiducia nell’uomo e c’è un bel discorso di Sant’Agostino che ti cito e al quale ti rimando per la lettura integrale sulla speranza:
“Ma in che consiste la realtà stessa di cui si avrà il possesso? Che è ciò che prenderà il posto della speranza? Ora infatti notiamo che gli uomini sperano molte cose relative a questa terra e, nell’ambito della vita secondo il mondo, l’esistenza stessa di ogni uomo non manca di speranza; anzi, fino alla morte, ciascuno non è privo di speranza; speranza nei fanciulli: di crescere, di istruirsi, di apprendere qualcosa; speranza negli adolescenti: di prender moglie, generare dei figli; speranza nei genitori dei figli: di allevarli, di istruirli, di vedere adulti quelli che vezzeggiavano bambini; tanto per riferirmi alla speranza originaria dell’uomo come alla più naturale, alla più comprensibile, alla più frequente. Molte infatti sono speranze volgari, assai riprovevoli; ma atteniamoci a questa che è onesta e naturale. Infatti ciascuno nasce per questo: per la crescita, per il matrimonio, per la prole, per l’istruzione di essa ed anche per essere chiamato padre di figli. Che pretende di più? Eppure la speranza non è finita: desidera le consorti per i suoi figli, e spera ancora. E quando avrà ottenuto anche questo, desidera nipoti; e quando avrà avuto questi – ecco che si è già alla terza generazione – è anche restio, da vecchio, a far posto ai fanciulli: cerca ancora da desiderare per sé, non vuole che sperare e sembra propenso al bene. Voglia il cielo che quel bimbo mi chiami nonno, che lo ascolti dalla sua bocca e poi muoia! Il bimbo cresce, lo chiama nonno, ma quello non si riconosce ancora per nonno: in realtà, se infatti è nonno, se è vecchio, perché non riconosce che deve andarsene, così che subentrino quelli che sono nati? E quando avrà ascoltato dalla voce del fanciullo il nome riguardoso, egli stesso vuole istruirlo. Non gli manca forse di sperare anche dei pronipoti? Così muore e spera; e spera questo e quello, una volta ricevuto ciò che sperava. Ma, ricevendo ciò che sperava, non si sente appagato, anela ad altro. Che spiega l’adempimento di ciò che speravi? Certamente che è tempo ormai che tu concluda il cammino: la fine non si sposta in avanti. E quanti inganna questa speranza, speranza sempre rinnovata! Anzitutto, una volta compiuta non appaga, e per quanti non si realizza! Quanti contarono di ammogliarsi e non fu loro possibile prender moglie! Quanti sperarono di trovarsi bene con delle consorti e sposarono di quelle che li avrebbero tribolati! Quanto numerosi coloro che desiderarono figli e non poterono averli! E quanti ancora furono in angustie per i guai che si erano tirati addosso! E così per tutto. Uno sperò le ricchezze: se non le ottenne, fu tormentato dall’ambizione; se le ottenne, fu torturato dal timore. E non c’è alcuno che faccia a meno di sperare, nessuno che si ritenga appagato: sono così tanti ad essere ingannati eppure, quanto a speranza terrena, non si quietano …Quella che, ora, è la tua speranza, sarà, poi, la tua sorte. Sia la tua speranza sulla terra di chi muore e sarà la tua sorte nella terra di chi vive. Rivolti al Signore” (cfr. Sant’Agostino)
La domanda allora è rivolta ad ognuno di noi quale è la tua speranza? La speranza è una delle virtù più piccole ma anche la più forte e per viverla bisogna guardare in altro vedere oltre la storia oltre i fatti oltre le singole persone e credere nell’umanità credere nelle nostre possibilità di bene di bello d’impegno.
La frase citata in apertura possa essere di guida per il tuo cammino di perfezione, “Sant’Agostino, con questa frase, mette in luce come la speranza non sia una semplice attesa passiva, ma un motore che ci spinge a cambiare le situazioni che non ci piacciono. L’indignazione, quindi, è la rabbia giusta, quella che ci spinge a non accettare lo status quo e a cercare di migliorare le cose. Il coraggio, invece, è la forza necessaria per affrontare le difficoltà e agire per realizzare il cambiamento desiderato”. (cfr. google)
Leggi la tua storia personale leggila con gli occhi della fede e della speranza che hai in Lui leggi i fatti con gli occhi dell’amore e del bene e non del dubbio e della lamentela del negativo e del pessimismo ma con gli occhi di chi sa vedere oltre che sa cogliere cosa riposa nel cuore delle persone.
@unavoce – foto: fonte