«È bello stare con Gesù»

È in quest’ora, nel tempo dell’indigenza e delle ombre, che Gesù resta in mezzo a noi (Papa Leone XIV)

 

Ormai da diversi anni la nostra comunità il primo giovedì del mese si ritrova per l’Adorazione Eucaristica rivolta principalmente alla preghiera per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata.

Nella recente festa del Corpus Domini il Santo Padre Papa Leone XIV ha offerto una omelia sull’Eucarestia e l’importanza nella vita del cristiano che voglio riproporvi in questo giorno in cui anche noi in ginocchio e in adorazione davanti al Santissimo Sacramento ci fermiamo a pregare.

Una preghiera che “Con Gesù c’è tutto quello che serve per dare forza e senso alla nostra vita”, un adorare “citando Sant’Agostino – che Cristo è «panis qui reficit, et non deficit; panis qui sumi potest, consumi non potest»: un pane che nutre ma non viene mai meno. È in questa affermazione che l’Eucaristia si rivela nella sua verità: presenza reale, sostanziale, trasformante. Il Papa ha ribadito con chiarezza il legame tra adorazione e missione, tra nutrimento sacramentale e testimonianza ecclesiale: «La nostra natura affamata porta il segno di un’indigenza che viene saziata dalla grazia dell’Eucaristia».” (Cfr. Silere non possum)

“Cari fratelli e sorelle, è bello stare con Gesù. Il Vangelo appena proclamato lo attesta, raccontando che le folle rimanevano ore e ore con Lui, che parlava del Regno di Dio e guariva i malati (cfr Lc 9,11). La compassione di Gesù per i sofferenti manifesta l’amorevole vicinanza di Dio, che viene nel mondo per salvarci. Quando Dio regna, l’uomo è liberato da ogni male. Tuttavia, anche per quanti ricevono da Gesù la buona novella, viene l’ora della prova. In quel luogo deserto, dove le folle hanno ascoltato il Maestro, scende la sera e non c’è niente da mangiare (cfr v. 12). La fame del popolo e il tramonto del sole sono segni di un limite che incombe sul mondo, su ogni creatura: il giorno finisce, così come la vita degli uomini. È in quest’ora, nel tempo dell’indigenza e delle ombre, che Gesù resta in mezzo a noi.

Proprio quando il sole declina e la fame cresce, mentre gli apostoli stessi chiedono di congedare la gente, Cristo ci sorprende con la sua misericordia. Egli ha compassione del popolo affamato e invita i suoi discepoli a prendersene cura: la fame non è un bisogno che non c’entra con l’annuncio del Regno e la testimonianza della salvezza. Al contrario, questa fame riguarda la nostra relazione con Dio. Cinque pani e due pesci, tuttavia, non sembrano proprio sufficienti a sfamare il popolo: all’apparenza ragionevoli, i calcoli dei discepoli palesano invece la loro poca fede. Perché, in realtà, con Gesù c’è tutto quello che serve per dare forza e senso alla nostra vita … CONTINUA

@unavoce – foto: fonte

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