Liturgia della Parola

XIV Tempo Ordinario

 

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indicazioni per affrontare il viaggio dell’esistenza.

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. (Lc 10, 8-9)

 

Meditando la PAROLA con don Luigi Maria Epicoco: “Note di viaggio, forse così dovremmo intitolare il Vangelo di questa domenica perché Gesù dà delle indicazioni per affrontare il viaggio dell’esistenza. Innanzitutto il Vangelo ci dice che Gesù mandò i discepoli 2 a 2: che cosa significa? che la vita non la possiamo vivere in solitudine, che se qualcosa vogliamo conclude dentro questa esistenza dobbiamo accettare la compagnia dell’altro, la compromissione con il “tu”, il metterci continuamente in una prospettiva di apertura nei confronti degli altri. Se noi ci chiudiamo in solitudine pensando che in solitudine arriviamo prima, lo facciamo meglio o magari sperimentiamo anche la delusione. La seconda caratteristica è che c’è una grande sproporzione tra le cose da vivere e le nostre forze, la messe è molta e gli operai sono pochi, cioè le persone che hanno la consapevolezza di vivere così la propria vita e non di sopravvivere, sono davvero pochi, pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe. Pregate perché il signore possa suscitare sempre più persone consapevoli della vita, il cristiano è uno che vive la vita in maniera consapevole e non in maniera incantata ma disincantata perché sa benissimo, come dice Gesù nel Vangelo, che lui è come un agnello in mezzo ai lupi e gli agnelli in mezzo ai lupi si sa, fanno una brutta fine, soltanto però possono permettersi di essere così perché il pastore gli permette di essere così, per cui gli para le spalle. Se invece non c’è un pastore dobbiamo travestirci da lupi anche noi, non abbiamo più tempo di essere noi stessi perché dobbiamo mettere in moto tutti quei meccanismi di difesa, appunto diventare lupi. Homo homini lupus diceva qualcuno , cioè per sopravvivere bisogna fare la voce forte, usare la violenza, diventare dei lupi invece no, la fede ci dice che dobbiamo trovare il tempo di essere noi stessi, serenamente noi stessi, accettando anche che magari il nostro modo di vivere non sarà sempre accettato da tutti, che qualcuno magari ci chiuderà la porta in faccia, che anche con tutte le buone intenzioni, donando la pace magari quella pace ritornerà su di noi proprio perché è tremendamente liberi ci ha fatto il signore e tremendamente liberi significa anche che qualcuno possa anche dire di no. Cosa significa tutto questo? Che le sicurezze che cerchiamo nel viaggio, dalla borsa, la bisaccia, il bastone non devono mai essere le sicurezze esterne, Gesù dice di non portare con noi niente come sicurezza esterna ma semplicemente una grande decisione dentro il nostro cuore e una grande fiducia nei suoi confronti. Lui ci dice di fare questo viaggio di farlo così in maniera molto libera senza confidare in una caratteristica esterna perché se noi confidiamo in qualcosa di esterno nel momento in cui quella cosa esterna viene a mancare, quel nostro viaggio si arresta, invece tutto il necessario ce l’abbiamo dentro noi stessi, è lì che il Signore ha messo l’essenziale per questo viaggio. E non dobbiamo avere paura anche se alla fine a volte ci sbagliamo a volte ci perdiamo a volte la vita non riusciamo a gestirla, capita anche questo, ma dobbiamo andare avanti senza mai fermarci”. (cfr. d.L.M. Epicoco)

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