
«vi ho chiamato amici» (Gv 15,15)
Nella Giornata della Santificazione Sacerdotale nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù, il Papa ha ordinato trentadue sacerdoti provenienti da tutto il mondo e il giorno prima nell’incontro internazionale con i sacerdoti promosso dal Dicastero per il Clero che preparava al giubileo dei Sacerdoti ha esortato i preti alla felicità del ministero che abbiamo ricevuto in dono.
Ti rimando alla lettura integrale del suo intervento.
È una gioia ritrovare il sapore e la bellezza del nostro sacerdozio dove il Papa uomo felice sorridente e sereno ci offre l’entusiasmo del nostro ministero. Un entusiasmo che racconto riportando le parole del Pontefice certo che sia questo lo spirito che noi sacerdoti dobbiamo coltivare con la preghiera e la vicinanza delle nostre comunità, parole che servono a noi preti ma che condivido con voi perché è importante che siate vicini ai vostri sacerdoti pregando per loro e sostenendoli con la vostra amicizia.
Un discorso che si potrebbe riassumere così: “Uomini capaci di amare, di ascoltare, pregare e servire insieme”. (cfr. silerenonpossum)
La bellezza di cui parla il Pontefice nasce dalla gioia di essere cristiani di essere sacerdoti di essere Chiesa uniti in armonia e in cammino verso il Signore ognuno secondo la sua vocazione.
Amare con il Cuore del Signore sapendo che il Signore non ci abbandona e ci accompagna sempre, collaborando con Lui e mettendo al centro l’Eucarestia fonte e apice della vita Cristiana come ci ha ricordato Papa Leone nell’omelia delle Ordinazioni Sacerdotali nella scorsa solennità del Sacro Cuore in san Pietro.
Ascoltare e accorgersi di tutti sull’esempio dei santi. Lui ci invita a imparare dai santi studiando la loro vita e le opere per imitarli nelle virtù, attraverso una preghiera costante uniti a tutta la Chiesa, preghiera di adorazione, preghiera che alimenta il cuore e l’azione del nostro ministero, per servire insieme vicini al gregge sapendo donare tempo senza risparmiarsi e senza differenze.
Questa la proposta “forte e liberante” perché Dio continua a chiamare.
“Il sacerdote, infatti, è un amico del Signore, chiamato a vivere con Lui una relazione personale e confidente, nutrita dalla Parola, dalla celebrazione dei Sacramenti e dalla preghiera quotidiana. Questa amicizia con Cristo è il fondamento spirituale del ministero ordinato, il senso del nostro celibato e l’energia del servizio ecclesiale cui dedichiamo la vita. Essa ci sostiene nei momenti di prova e ci permette di rinnovare ogni giorno il “sì” pronunciato all’inizio della vocazione”. (cfr. VaticanNews)
@unavoce – forto: fonte
IN MARGINE: pensieri ad alta voce
La morte di don Matteo scuote non solo la sua famiglia la sua comunità la sua diocesi, ma ogni sacerdote. Quando uno di noi cade tutti rimaniamo fermi immobili e ci interroghiamo. Non sappiamo e non sapremo mai cosa stava vivendo e perché questo gesto e al di là di analisi e riflessioni di discorsi sui preti e per i preti che siamo uomini come gli altri ecc. con risposte psicologiche di gestione di spiritualità di educazione … e ognuno dice la sua … e dove si parla di fraternità di comunione sacerdotale di vescovi che amino i propri sacerdoti … rimane il fatto sul quale fermarsi.
Quello che con disordine ho cercato di accennare è quello che stiamo vedendo e l’abbiamo visto anche in passato ed è vero chi più chi meno ovviamente ma da prete con mille difetti e limiti errori e carattere forte dico che rischiano di essere riflessioni accademiche. Con umiltà e rispetto credo che la cosa che serve sia una vera amicizia sacerdotale sincera, più che riunione e incontri, una comunità che ami il suo prete più che giudizi e consigli, dei vescovi che stimino e stiano con i preti più che gestori e legislatori e ovviamente tutto nelle giuste misure.
I presbiteri delle nostre chiese vivono di incontri attività diocesane di zona pastorale e … tutto bello ovviante ma quello che forse dovrebbe crescere di più è l’amicizia sacerdotale amicizia vera tra confratelli e non con tutti, è impossibile, con tutti ci sono gli incontri le attività della diocesi o delle zone ma con alcuni, come ogni persona normale, si condivide e si sta meglio. Saper stare soli è importante ovviamente ma deve essere una solitudine che è risposo dal lavoro e poi serve poter stare con amici e confratelli. Vivo una esperienza sacerdotale particolare la nostra chiesa è dislocata su tutta Italia e all’estro e pur se organizzata in zone pastorali la vita sacerdotale intesa come vita di presbiterio è più difficile sia nella sua totalità che nelle sue porzioni ma questo non toglie l’amicizia con qualche confratello con cui condividere il tempo confrontarsi sfogarsi senza giudizio o pregiudizio condividendo lavoro e svago riflessioni e preghiera gita o vacanza … per ricaricarsi e sostenersi.
La vocazione al sacerdozio ha mille sfaccettature e sta alla capacità del singolo sacerdote confrontandosi con i superiori per verificare le attitudini le caratteristiche e così dare pieno compimento alla vocazione ma talvolta e comprensibilmente si è preoccupati di una gestione dimenticando la persona, preoccupati di fare più che di essere. Come in ogni vocazione l’animo va alimentato: preghiera riflessione confronto studio e non solo organizzare fare cose e proporre attività … serve anche una vita “normale” con la dignità di quello che siamo senza dimenticarlo o farlo dimenticare e con la consapevolezza dei nostri limiti e nel rispetto della porzione di vigna che ci è affidata facendo scorgere la nostra umanità che sa vivere accanto e con Dio al di là dei nostri limiti e pregi e così dovrebbe essere per ogni vita per ogni vocazione.
Forse possono sembrare solo belle parole o idee ottime per alcuni o non ideali per altri e comunque vuote nella sua realizzazione oppure non condivisibili … dico solo che la serenità e la felicità del mio sacerdozio sta nel ritmo di vita, nella considerazione dei miei superiori, della mia comunità, della disponibilità ad esserci, nell’amicizia con i confratelli che in difficoltà mi hanno sostenuto con i quali ci si stente e ci si vede e si trascorre tempo insieme senza impegni particolari ma per il gusto di vedersi e stare insieme scherzando parlando pregando condividendo.
@unavoce