accompagnati da Maria
Lunedì mattina ho seguito la meditazione della religiosa della comunità monastica delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento che ha tenuto in occasione del Giubileo della Santa Sede e mi hanno colpito due riferimenti che riporto per condividerla con voi certo che possano tornare utili per un momento di meditazione e preghiera personale.
“La bellezza salverà il mondo”, si ripete spesso, attribuendo la frase al principe Myškin, protagonista de L’Idiota di Fëdor Michajlovič Dostoevskij. Più che un’affermazione, si tratta in realtà di una “drammatica interrogazione”: “Quale bellezza salverà il mondo?”. La risposta, paradossalmente, si trova proprio nell’opera davanti alla quale il principe si arresta: il Cristo morto di Hans Holbein. La sua “grande bellezza perdente” ci salverà, perché “la speranza nasce là dove le lacrime del dolore e del pentimento fecondano l’animo nell’umiltà e nella novità di vita”. In un suggestivo intreccio tra arte e realtà, tra passato, presente e futuro, suor Maria Gloria Riva…
Il principe Myškin si trova di fronte alla già citata opera del Cristo morto di Holbein che ritrae Gesù a grandezza naturale, con occhi incavati e membra già segnate dalla decomposizione. “Quale bellezza ci salverà? Quella della croce? Quella della sconfitta?”. Suor Riva risponde: “Sì, la croce ci può ancora salvare: una croce accolta e offerta”. (cfr. VaticanNews)
Chiude poi la meditazione con un’altra immagine che vi riporto: “L’ultima immagine evocata è la Madonna di Port Lligat di Salvador Dalí, dipinta dopo Hiroshima: simbolo della tragedia “che una scienza e una tecnica sganciate dall’etica, potrebbero procurarci”. Il volto della Madonna è quello di Gala, moglie e consolazione dell’artista. Attorno, segni di rovina: l’arco spezzato che la sovrasta (“così le nostre Istituzioni, antiche ma recanti spesso i segni del deterioramento”), il pesce cristologico in predella, montagne sospese. Ma vi sono anche segni di rinascita: un uovo, angeli con le mani tese, donne incinte. Le viscere di Maria e di Gesù Bambino sono riquadri aperti, come le Porte Giubilari. Al centro del corpo del Divino Infante, il Pane Eucaristico. Nelle mani del Bambino, due elementi: “l’universo e la Parola, la sapienza umana e quella divina”. È da qui, in ultimo, che nasce ancora la speranza: dall’Eucaristia, “dalla forza del passato”, per interpretare creativamente il presente e “scommettere” con fiducia sul futuro — confidando sempre nell’aiuto premuroso di Maria”. (cfr. VaticaNews)
La Croce e l’Eucarestia accompagnati da Maria, impariamo a non distogliere lo sguardo dalla Croce in ogni momento della nostra vita lieto o faticoso triste o doloroso e ricarichiamo questo sguardo con l’Eucarestia partecipata adorata comunicata accompagnati dalla dolcezza di Maria che ci indica la speranza autentica: Cristo.
@unavoce – foto: Adorazione Eucaristica Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto”