ARTE: RACCONTARE DIO
Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” – XX secolo d.C. (1965 circa)
Gli artisti di ogni tempo hanno offerto alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli nello splendore del colore e nella perfezione della bellezza. E’ un indizio, questo, di come oggi più che mai, nella civiltà dell’immagine, l’immagine sacra possa esprimere molto di più della stessa parola.” (J. Ratzinger, Introduzione, Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica)
Edificio degli anni sessanta, riadattato a luogo di culto e ad aule parrocchiali ai fini dell’Assistenza Spirituale. L’area della Chiesa, esternamente, circondata da un ampio giardino, un monumento ai caduti e da un campanile, ha un portico che la precede con un’alzata, che le danno una fisionomia architettonica dai ricordi moderni. Internamente è su pianta rettangolare con linee moderne e giochi di colori. Ogni elemento, ben studiato, vuole essere, attraverso un linguaggio simbolico, una catechesi e un annuncio continuo della presenza e dell’amore di Dio per il suo popolo. Entrando lasciatevi ispirare dalle varie simbologie, suppellettili, segni e lo sguardo vi porterà al Tabernacolo e alla Croce, animando il vostro cuore alla preghiera.
L’attuale foggia della nostra Chiesa e delle strutture annesse furono rivisitate da una nuova progettazione e realizzazione nel 2015 per studio e opera del 1° Lgt Cosimo Strafella che con la collaborazione anche di altri colleghi, nei vari settori alla sua realizzazione, hanno portato ai vari lavori di abbellimenti che ora vado a raccontare.
(Area Sacra: esterna)
Spazio esterno che introduce alla Chiesa, pensato come luogo di raccoglimento e che ci porta immediatamente ad individuare una “aerea sacra”. Un altare in pietra, una croce in ferro battuto, opera di Oskar Guerrini, in uno spazio presbiterale con ambone e sede, delimitati da un coro il tutto in pietra di tufo, chiudono la zona, incorniciando il monumento ai Caduti e il campanile, spazio dedicato alla preghiera e al raccoglimento, sia per le celebrazioni all’esterno, in un area verde ben curata, dove un ciottolato ci invita all’ingresso e alla riflessione personale, immersi nel verde del parco della zona logistica del Villaggio Azzurro dove si trova la nostra Chiesa Parrocchiale.
Monumento ai Caduti
Studio e realizzazione di Mario Amendola con la collaborazione delle maestranze dell’Aeronautica Militare. Un monolite spezzato, in granito bianco, con, al centro, in altorilievo policromo, la bandiera nazionale e una semplice scritta. Dedicato ai nostri caduti di ieri e di oggi, a ricordo di quella vita interrotta per il bene della Patria e dei suoi cittadini, a difesa della Pace.
Campanile
La piccola campana in bronzo è sorretta da un’opera in ferro e marmo, con bassorilievo in marmo grezzo del Cristo in croce, opera di Mario Amendola. Il nero della torre campanaria è inframmezzato dalla grande croce in marmo bianco, richiamo luminoso ai momenti comunitari della preghiera.
Statua della Madonna di Loreto
Statua in bronzo ad opera delle officine della Diesa.
Zona di preghiera – Presbiterio
In stile medioevale, con pietre di tufo, in secondo piano, inoltrandosi appena nell’area esterna, dopo il monumento ai caduti e dieto il campanile, un presbiterio semplice, crea uno spazio sacro per la preghiera. Un altare con l’ambone, dove una grande croce, in ferro battuto, svetta, è quello spazio che serve per le celebrazioni e i momenti di preghiera all’esterno, creando armonia mentre avvicinandosi allo spazio dedicato alla Chiesa, offre l’armonia idea ed elegante del tempio.
Mosaico
Opera di Laura Bianconi, copia raffigurante le “colombe appaiate alla fonte zampillante”, raffigurate nei mosaici del Mausoleo di Galla Placidia in Ravenna.
Quadro in Ceramica della “Madonna di Loreto”
Ceramica raffigurante la Madonna di Loreto del Caravaggio, opera dei Laboratori di Ceramiche di Faenza.
Altorilievo in cotto “madonna con bambino”
Opera di autore sconosciuto in cotto, raffigurante la Madonna con Bambino, incorniciati dalla stelle.
Portone d’ingresso
Sei formelle in cotto ceramico, studio ed opera di Marigrazia Strafella, con la collaborazione di Cosimo Strafella, Giovanni Colonia e Gaetano Todaro. Incorniciate su una porta in legno a due ante di colore nero grafite, sormontato da una vetrata policroma con la raffigurazione della Colomba della Pace, raffigurano i quattro Evangelisti con il simbolo caratteristico di ognuno. Lo stemma dell’Aeronautica Militare e dell’Ordinariato Militare, chiudono il portale, introducendoci con sacralità nel Tempio.
(Area Interna)
Due colori fanno da guida in questo tempio: Il rosso purpureo che campeggia nell’area presbiterale, (con tre richiami a destra e sinistra delle pareti laterali e in fondo sulla parete d’ingresso, incorniciando da una parte la Via Crucis, dall’altra la porta, impreziosita da tre icone, raffiguranti i Centurioni dei Vangeli, che conduce al “corridoio delle arti”, alla sagrestia, alla Biblioteca e alle aule parrocchiali e infine, tra le due vetrate, la preghiera in ceramica, dell’Aeronautica) simboleggia il sangue versato per amore da Cristo e il bianco, la vita nuova che ci ha offerto. Opera realizzata del personale dell’Aeronautica Militare: Giovanni Colonia, Chiara Caianiello, Fabrizio Di Serio e Lucia Fabbri con la guida e la progettazione di Cosimo Strafella, che ha seguito anche gli altri lavori di sistemazione, riordino e adattamento.
Vetrate
Il trittico delle vetrate, studio e opera di Alessandra De Benedittis, raffigura la gioia della luce che entra nella vita dopo il peccato, simboleggiato da una linea rossa continua che è spezzata da riquadri di vari colori dell’arcobaleno, ricordo di quel segno, che dopo il diluvio, preannunciava una vita nuova e una rinnovata amicizia con Dio. I monogrammi di Maria di Loreto, ML e di Cristo, XP – IHS, intercalati dalle stelle, ricordano il Signore presente nel nostro cammino e Maria che ci accompagna su questa strada. Ancora, la linea rossa continua, segna la vita fatta di alti e bassi e intramezzata dagli altri riquadri colorati, che ci parlano di varietà delle persone che, se da una parte possono essere limitate e peccatrici, dall’altra, dicono anche, ricchezza di un cammino, inoltre i colori ci permettono di vedere il mondo con differenti sfumature e offrirci la possibilità di non trascurare le tante cose belle e differenti che ci sono in ognuno di noi e nel creato.
Dialogo Onirico
Opera contemporanea, (2020) che raffigura, raggruppando in una sola visione, tutti i Santi Patroni delle Forze Armate. Realizzato in tecnica mista su carta da Marigrazia Strafella, già artista conosciuta da noi, per le opere in ceramica. Al centro, la Vergine Maria, che racchiude le quattro devozioni: Beata Vergine Maria di Loreto, Santa Maria “Virgo Fidelis”, B.V.M. Madre della Divina Misericordia, B.V. Maria del Cammino. All’interno della raffigurazione quattro frasi, prese dalle rispettive preghiere: “Siamo uomini ma saliamo verso di te” – “Sii fedele sino alla morte” – “Fa che la terra tremi sotto il nostro piede veloce” – “Il suo materno amore ci sostenga”. Da sinistra a destra: San Lorenzo, San Camillo de Lellis, Santa Barbara, San Maurizio, San Cristoforo, San Marco, San Matteo, Arcangelo Michele, Arcangelo Gabriele, san Giovanni da Capestrano, Beato Francesco Faà di Bruno, San Martino da Tours, San Giorgio. (N.B.: Mancano San Nicola e San Giovanni XXIII)
Via Crucis
Quindici Acquarelli, studio e opera di Serena Amendola, raffigurano, attraverso simboli, linee e colori, i momenti della via della Croce di Cristo. Il rosso del Signore, l’Azzurro di Maria e l’incontro con le donne, i simboli più evidenti che richiamano le stazioni, fanno da guida nella lettura dell’opera: il dito puntato, le tre diverse cadute, le mani di Maria che accoglie il figlio, il sudario, le donne, la veste tolta, il martello, i chiodi, la croce sola, il cireneo, la tomba vuota … creano quel linguaggio simbolico e riportano la nostra mente a quei momenti dolorosi della vita di Cristo e aiutano il nostro cuore a formulare la preghiera per rimanere con Cristo su questa strada.
San Giuseppe, Educatore di Gesù
Olio su tela del 1° Lgt. Leandro Ciccarelli, studio e adattamento dell’opera originale di P. Gianfranco Verri, della Famiglia del Murialdo. Adattamento con colori vivaci che raffigurano un San Giuseppe giovane che insegna il lavoro di falegname al Figlio Gesù. Un’opera che ha lo scopo di sensibilizzare alla devozione di San Giuseppe come modello di Padre che educa il figlio nei lavori della vita.
Sacro Cuore
Statua in gesso della fine degli anni ’50 dono della famiglia Strafella in ricordo della loro mamma
Preghiera dell’Aeronautica
Studio e opera in ceramica di Marigrazia Strafella. La preghiera dell’Aeronautica Militare, incorniciata dalle linee moderne raffiguranti la Vergine di Loreto, richiamano alla devozione che gli uomini e le donne dell’Aeronautica, hanno verso la loro Patrona la Beata Vergine Maria di Loreto.
Icone dei Centurioni
Copie, dell’opera realizzata, per l’occasione dell’Indizione del Primo Sinodo dell’Ordinariato Militare in Italia, da suor Marie-Paul, monaca benedettina del monastero del Monte degli Ulivi a Gerusalemme. Gli originali, attualmente conservati nella Curia della nostra Arcidiocesi a Roma. I tre centurioni, (Cafarnao, Gerusalemme e Cesarea) riportati nel Nuovo Testamento, fanno da sfondo alla spiritualità di questa porzione di Chiesa che vive tra i militari.
Icona Battistero
Opera lignea, della scuola monastica orientale di Romania, raffigura il Battesimo di Cristo nel fiume Giordano.
Statua B. Vergine Maria di Loreto
Opera lignea policroma dei Maestri intagliatori di Ortisei.
Crocifisso
Opera in legno policromo di inizio secolo, autore sconosciuto.
Tabernacolo
Metallo fuso con raggiera color oro e porticina color Argento con altorilievo, autore sconosciuto.
Reliquiario sotto l’Altare
Il Reliquiario in marmo rosso di forma triangolare con richiami romboidali, che incorniciano il tondo, è opera e studio di Cosimo Strafella. Vuole simboleggiare una goccia di sangue, (dove sono racchiuse le due teche delle reliquie dei santi martiri), ricordandoci l’eterno sacrificio di Cristo.
Altorilievo dell’Altare
Studio e realizzazione marmorea di Mario Amendola. Raffigura gli elementi del miracolo dei cinque pani e i due pesci, anticipazione dell’Eucaristia e richiamano, sull’Altare, il luogo del prodigio continuo: Cristo che si fa pane per la vita di tutti i giorni.
Ambone e i cubi
L’Ambone, opera in metallo e legno, dal ricordo aeronautico, è proteso in avanti, come la Parola di Dio, che deve essere, nella nostra vita, avanti a ogni nostra scelta. I cubi a destra e sinistra, nell’area presbiterale – sostengono il Battistero da un lato e la statua della nostra patrona dall’altro, completando l’arredo indispensabile alla liturgia – creando quello spazio dal sapore nuovo e moderno e dando risalto alla loro funzione. Opere realizzate dal personale delle officine aeronautiche sotto la guida di Alberto Caprili, con la collaborazione di Giuseppe Marino e Matteo Vitulano.
Battistero
Cotto ceramico policroma. Studio e realizzazione di Marigrazia Strafella. Il catino con il simbolo del pesce e la scritta IXOY∑, monogramma di Cristo, sull’esterno, ha, nell’interno, un blu cobalto con il XP, sempre monogramma di Cristo. Il significato della vita nuova (il Battesimo), espressa dai colori policromi, che come nelle vetrate, ci parlano, anche, di differenze, si fondono nel blu (cielo e dell’acqua) e stanno ad indicare la ricchezza che ognuno ha in se per intraprendere, al di là delle diversità, il cammino cristiano, in continua ricerca delle cose di lassù.
Ampolle degli Oli
Studio ed opera in cotto ceramico colorato, di Marigrazia Strafella. Tre colori: Rosso, il Crisma, il fuco dello spirito – Verde, gli infermi, la speranza della vita – Blu, i catecumeni, il battesimo, l’acqua, segno della nuova vita.
Supporto Cero Pasquale
Il Cristo risorto con i simboli del fuoco e dell’acqua che segnano la vita nuova, dove Cristo, a braccia alzate, indica la sua Risurrezione, sono lo studio, su tavola, di Serena Amendola e ci ricordano che Cristo luce è la salvezza dalle tenebre del peccato.
Acquasantiera e portacandele votive
Per la Pila dell’acquasanta, lo studio e la realizzazione su vetro, sono di Alessandra De Benedittis. Un’opera con evidente richiamo alle vetrate, creando, nelle varie forme, sul vetro, la croce. La parte in ceramica, sia dell’acquasantiera, che del portacandele votive, sono lo studio e la realizzazione di Marigrazia Strafella. Riprendendo i colori e le forme del battistero, creando continuità nello stile. Infine alcuni smalti rossi e azzurri, che sovrastano, completano il luogo dell’ingresso nel tempio, invitandoci alla purificazione, per poter essere disponibili ad incontrare il Signore in cui crediamo e speriamo e ad offrire la nostra preghiera attraverso un cero, che rimanendo acceso, segna il nostro desiderio di essere sempre presenti.
Le quattro Croci policrome alle pareti
Quattro piastrelle in ceramica con croce policroma dipinte a mosaico. Studio, opera e realizzazione di Marigrazia Strafella, segnano, idealmente, quattro colonne, delle dodici, che ricordano gli Apostoli, su cui si fonda la Chiesa. Simboli evidenti di un luogo consacrato a Dio per gli uomini. Sotto ogni croce, un porta cero in ferro battuto, opera di Alessandro Tebaldi, coronano la croce.
Le quattro ceramiche a quadro
Nell’area presbiterale, a destra il Salmo 8, a sinistra Il Credo, in fondo alla chiesa a destra la preghiera per la Patria e a sinistra il Cartiglio della Dedicazione della Chiesa. Quattro piastrelle decorate da Marirazia Strafella, delimitano i quattro angoli dell’aula della preghiera.
Pavimento
In Grafite nera, con inserti grigio, rosso e blu, studio e opera del. M.llo Cosimo Strafella, con la collaborazione di Giovanni Colonia e Lucia Fabbri, creano il pavimento della chiesa. Nel nero si staglia una croce decentrata con i segni della passione (Rosso) e Maria, Giovanni e Maria Maddalena ai piedi della croce (Blu).
(Area Interna: Sagrestia)
Croce copia del Giotto, in legno – Ciborio per ostensorio o statue santi in legno realizzazione a cura del personale della Base – Croce Pastorale di Papa Paolo Vi copia autorizzata da Giovanni Paolo II, consegnata in occasione della 1° Vista Pastorale dell’Ordinario Militare alle Forze Armate (1997) – Quadro Madonna Immacolata, epoca 1900 su tela.
(Area Interna: Il Corridoio delle Arti)
Nella struttura dell’Assistenza Spirituale, annessa alla Chiesa, si trovano le aule della Biblioteca e le riunioni, la sagrestia e altri servizi dedicati alla comunità, il tutto è introdotto, passano dalla Chiesa da un corridoio, che è stato arricchito da opere di persone della comunità stessa, che raccontano la vitalità, la creatività e la fede delle persone che le hanno create e aiutano al raccoglimento e al bello del luogo in cui ci si trova. Qui alcune spiegazioni delle opere principali.
Tela “La Risurrezione”
Studio e realizzazione di Serena Amendola. La tela ci porta a contemplare una croce che si stacca e va verso il cielo. Nella croce che da rossa diventa chiara e si proietta, verso l’alto, si prefigura la Risurrezione. Ognuno di noi è chiamato a vivere questa vita e la croce, è e sarà, un elemento al quale non potremo sottrarci e che, solo con essa, raggiungeremo la Risurrezione.
Tela “Gesù”
Il Cristo in Croce con lo sguardo alto mentre fissa chi lo guarda, sta a ricordarci che sulla croce è stato messo dal nostro peccato e non dobbiamo mai dimenticarlo. Ogni volta che lo contempleremo ci interrogherà su come viviamo la nostra vita cristiana. Studio e opera ad Olio su tela di Caterina Giulianini.
Tela “I Centurioni”
Le figure stilizzate dei soldati romani, fanno da linea guida in questa opera dai colori brillanti e ci accompagnano con la fantasia ai tre centurioni del Vangelo: il Centurione di Cafarnao, di Gerusalemme e di Cesarea. I tre simboli sullo sfondo: la casa, la croce e il malato, richiamano i singoli episodi riportati nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli. Studio e opera su tela di Serena Amendola.
Ceramica “Il Viaggiatore”
Opera contemporanea, di stile moderno, dove il viaggiatore, raffigurato da un’apparente personaggio, non ben definito, caratterizzato da linee moderne, dal sapore di un passato che ritorna ad incantare, incorniciato tra il sole e la luna, percorre la sua strada, radicato alla sua terra, ma proteso vero luoghi che solo la fantasia può immaginare, raffigurati da una meta purpurea, contrasto dell’animo umano che cerca sempre nuove vie. Samuel Johnson diceva: “Scopo del viaggiare è disciplinare l’immaginazione per mezzo della realtà e, invece di pensare come potrebbero essere le cose, vedere come sono in realtà.” L’autrice realizza questa visione in modo magistrale con una fantasia singolare, offrendoci un’armonia che va al di là della logica e prendendo per mano l’osservatore distratto, gli fa gustare, il sapore di una fantasia che arricchisce il cuore e l’anima.
Altre opere sono raccolte nel corridoio delle Arti, tutte realizzate dal persone della comunità o dal personale della Base.
(Area sotto l’altare: Le RELIQUIE: Note Agiografiche dei Santi Martiri)
San Fedele da Sigmaringen – Sacerdote e martire
Sigmaringen, Germania, 1577/8 Seewis, Svizzera, 24 aprile 1622
Marco Reyd – il futuro cappuccino fra Fedele – nato a Sigmaringen, in Germania, nel 1578, si era laureato in filosofia e in diritto all’università di Friburgo in Svizzera, e aveva intrapreso la carriera forense a Colmar in Alsazia. Accolse con entusiasmo l’invito del conte di Stotzingen, che gli affidava i figli e un gruppo di giovani perché li avviasse agli studi. Soggiornando per ben sei anni nelle diverse città dell’Italia, della Spagna e della Francia, impartì ai giovani e nobili allievi ammaestramenti che lo fecero ribattezzare col nome di “filosofo cristiano”. Poi all’età di 34 anni, abbandonò ogni cosa e tornò a Friburgo, stavolta al convento dei cappuccini. Fu guardiano al convento di Weltkirchen. Dalla Congregazione di Propaganda Fide ebbe l’incarico di recarsi poi nella Rezia, in piena crisi protestante. Le conversioni furono numerose, ma attorno al santo predicatore si creò un’ondata di ostilità. Nel 1622, a Séwis, durante la predica, si udì qualche sparo. Fra Fedele portò ugualmente a termine la predica e poi si riavviò verso casa. All’improvviso gli si fecero attorno una ventina di soldati. Gli intimarono di rinnegare quanto aveva predicato poco prima e, al suo rifiuto, lo uccisero con le spade.
San Bonifacio – Vescovo e martire
Crediton – Inghilterra 672/73 Dokkum – Paesi Bassi 5 giugno 754
Senza l’opera missionaria di Bonifacio non sarebbe stata possibile l’organizzazione politica e sociale europea di Carlo Magno. Bonifacio o Winfrid sembra appartenesse a una nobile famiglia inglese del Devonshire, dove nacque nel 673 (o 680). Professò la regola monastica nell’abbazia di Exeter e di Nurslig, prima di dare inizio all’evangelizzazione delle popolazioni germaniche oltre il Reno. Dopo le prime difficoltà in tre anni percorse gran parte del territorio germanico. Convocato a Roma, ebbe dal papa l’ordinazione episcopale e il nuovo nome di Bonifacio. Prima di organizzare la Chiesa sulla riva destra del Reno, pensò alla fondazione, tra le regioni di Hessen e Turingia, di un’abbazia, che divenisse il centro propulsore della spiritualità e della cultura religiosa della Germania. Nacque così la celebre abbazia di Fulda. Come sede arcivescovile scelse la città di Magonza. Già vecchio, eppur infaticabile, ripartì per la Frigia. Lo accompagnavano una cinquantina di monaci. Il 5 giugno 754 aveva dato l’appuntamento presso Dokkum a un gruppo di catecumeni. Era il giorno di Pentecoste; all’inizio della celebrazione della Messa i missionari vennero assaliti da un gruppo di Frisoni armati di spade. A Bonifacio fu mozzato il capo, era l’anno 754.