La FOTO, il motivo della scelta:

Iraq, “Missione Antica Babilonia”

Uno scatto che parla più di mille parole. Testimonianza operosa la dove nazione si erge contra un’altra. L’umanità e la professionalità animate dal cuore di fede e di valori dei nostri militari li fa costruttori di pinti e seminatori di pace con la loro presenza forte che diventa Fortezza di animo e di spirito nel servire la Pace.

FOTO da: (cfr. Horsemoon post)

 

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Avrete allora occasione di dare testimonianza

 Amici,

difficile pensarla così? Ma veramente sono uomini e donne della Pace, perché i primi ad esporre la vita e a comprendere la difficoltà e l’incongruenza della guerra e dell’odio. Per questo il Concilio Vaticano II li chiama “Operatori di Pace”. In questa luce oggi leggiamo il Vangelo dove il Signore ci invita a fare attenzione a testimoniare con la vita e redo che questa porzione di Chiesa tra i militare sia un esempio serio da cui imparare.

Vi rimando a qualche affermazione del papa e del nostro Arcivescovo per guidare la vostra riflessione e orientare la preghiera. 

“Siate costruttori di ponti e seminatori di pace”

“La vostra missione è quella di garantire un ambiente sicuro, affinché ogni cittadino possa vivere in pace e serenità. Siate strumenti di riconciliazione, costruttori di ponti e seminatori di pace. Siete infatti chiamati non solo a prevenire, gestire, o porre fine ai conflitti, ma anche a contribuire alla costruzione di un ordine fondato sulla verità, sulla giustizia, sull’amore e sulla libertà, secondo la definizione di pace di San Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in terris (nn.18 ss). Sono tante le sfide di oggi, ma nella prospettiva cristiana c’è la “certezza della vittoria dell’amore sull’odio, della pace sulla guerra”. L’affermazione della pace non è impresa facile, soprattutto a causa della guerra, che inaridisce i cuori e accresce violenza e odio. Vi esorto a non scoraggiarvi”. (Papa Francesco ai militari, Aprile 2016)

“Questa Chiesa, dunque, si sente mandata da Cristo, che è «la nostra pace» (Ef 2,14), ad annunciare la pace a voi, a sostenere la missione dei militari a servizio della pace, a educare alla pace assicurando a ciascun militare, dai più giovani a coloro cui sono affidate alte responsabilità di guida, la formazione umana e spirituale, la proposta evangelica delle virtù e delle beatitudini. Ma la nostra Chiesa sente pure che può imparare da voi la sfida della pace: può imparare a leggere meglio il mondo nella sua concretezza, a decifrare e condividere le difficoltà di chi opera per la pace; e può far giungere, attraverso voi, il suo grido di pace fino a confini lontani, fino a tante periferie umane ed esistenziali. Se mi consentite un breve riferimento personale, io stesso sento come particolarmente significativo il fatto che la chiamata di Dio a servire la Chiesa militare – un servizio di cui in questi primi tempi sto toccando la complessità ma anche la serietà, l’ampiezza e la profondità – sia provvidenzialmente avvenuta nel 50° anniversario della Pacem in Terris, l’Enciclica della pace… Ho citato la Pacem in Terris. Ed è proprio in questa sua ultima Enciclica, quasi un testamento, che Papa Giovanni XXIII, con la sua semplicità e profondità, ma certamente anche con la sua esperienza di cappellano militare, ci offre la chiave interpretativa, il vero e proprio «fondamento» della cultura della pace: «il principio che ogni essere umano è persona». (Cfr. SER Santo Marcianò, Dicembre 2013)

Questa le testimonianza operosa che anima e guida i nostri militari e militari cristiani.

Buona Domenica

17.11.19-XXXIII-T.O.@unavoce